Nelle condizioni date e con i livelli produttivi conseguenti, la filiera si sostiene economicamente generando reddito. Mancano investitori che ci credano, macchinari che aumentino efficacia ed efficienza della filiera, lo sviluppo di un mercato non soltanto locale, eppure già si sostiene economicamente, anche senza particolari lavorazioni agronomiche.
Attraverso l’esperienza, la condivisione delle conoscenze acquisite e il rafforzamento delle filiere è possibile incrementare notevolmente i livelli produttivi.
La coltivazione della canapa va strappata alla tenaglia che da una parte la imprigiona al vecchio modello tessile per cui “una volta l’Italia era tutta coltivata a canapa” e dall’altra la lega alle alterne fortune della marijuana per cui “la canapa è tutta uguale”.
Come per altri campi, di canapa si scrive troppo e si coltiva poco, si producono più chiacchiere che semi, più informazioni poco precise che paglia, c’è bisogno di continuità nelle produzioni, di ricerca per i macchinari, di innovazione in modo da avere componenti specifiche. Costruire sistemi produttivi e reddituali appare orizzonte possibile, ma non così prossimo.
La canapa è una coltivazione aggregante attorno alla quale c’è una grande curiosità, nella dimensione aziendale familiare della piccola umbra, in ogni contesto in cui ci siamo trovati, si è immediatamente attivato un sistema relazionale ad alto scambio di informazioni, consigli, pratiche, suggerimenti, tentativi. Si sono velocemente sviluppate reti di contatto poi utili per migliorarsi, per la diffusione delle idee e delle informazioni, dei risultati del progetto.
Vanno sfatati alcuni miti, tra gli altri quella della “naturalità”, cioè di una pianta che da sola fa tutto, allontana le malerbe, allontana i parassiti, allontana i predatori, cresce senza problemi, si sviluppa in qualunque terreno e condizione climatica, addirittura corregge eventuali storture causate dall’uomo e restituisce appunto naturalità all’ambiente. Non che non faccia alcune di queste cose, ma nel dibattito pubblico reale e virtuale scompaiono i mezzitoni. Quanto tiene sotto controllo le malerbe, quali infestanti non si sviluppano, di quale carico idrico necessità e in quali periodi, di cosa ha bisogno per crescere al meglio. Non si vuole sminuirne i pregi, si vuole come detto impiantare un sistema produttivo reddituale, se il sistema era così efficace da farsi da solo probabilmente non avremmo portato avanti questo progetto e di tonnellate di canapa prodotte in Italia ce ne sarebbero molte di più.
È possibile pensare al doppio raccolto, quindi ad una pianta che non ha il frutto e lo scarto che sosteneva il frutto, ma di cui si possa portare a produzione sia il seme che il gambo e utilizzare entrambi. Si possono generare prodotti ad alto valore immessi sul mercato al giusto prezzo e in quantità adeguate per produrre reddito.